Chapter 14. Digital Equipment Corporation

Table of Contents
14.1. VAX
14.2. Reimpostare la password di SYSTEM
14.3. Installazione Ultrix da rete

14.1. VAX

Cthulhu

VAX, la famiglia di computer che seppe identificarsi come riferimento industriale nel mondo informatico degli anni '80. Naturale evoluzione della famiglia PDP-11 - tanto che se nei primi mesi di vita del progetto il primo VAX veniva identificato come PDP-11/780, vide comunque la luce come VAX 11/780 - l'acronimo sta per Virtual Address Extension. Il suo sistema operativo, il Virtual Memory System (VMS) venne sviluppato parallelamente ed in stretta simbiosi con l'hardware. L'accoppiata seppe offrire tali capacita' che non solo in Russia ritennero vantaggioso clonarli, non solo ad oggi VMS e' ancora sinonimo di robustezza assoluta, affidabilita' totale e clustering senza compromessi, ma esistono ancora VAX in funzione sparsi per il mondo ed il VMS, a distanza di quasi 25 anni, e' ancora vivo e vegeto.

Nel tempo, questi modelli che hanno visto la luce:

  • 1977

    VAX-11/780 (Star). La macchina da 1 MIPS su cui poi si basarono i benchmark come SpecMark89, SpecInt92 e SpecFp92. La configurazione tipica prevedeva 4 MB di RAM ECC, come console utilizzava il processore del PDP-11/03, aveva un adattatore per l'UNIBUS.

  • 1978

    VMS 1.0 viene ufficialmente rilasciato. Basato su RSX-11, il suo sviluppo inizio' nel 1975 su un PDP-11 con il microcodice modificato, il "VAX Hardware Simulator". Una delle principali caratteristiche dell'accoppiata hardware/sotfware era di mantenere la compatibilita' con il codice PDP-11, per poi mantenerla con le nuove versioni di harware e software; le ultime release di VMS possono ancora funzionare sul piu' vecchio hardware (OpenVMS 7.3 non dichiara piu' supportate alcune configurazione, tra cui la 11/780. Questo non vuol dire che non possa funzionarci pero'). VMS V1 supportava 64 MB di memoria fisica, forniva multi utenza e multitasking, utilizzava la shell DCL, supportava DECnet ed aveva un compilatore FORTRAN IV. Il primo utilizzatore di un VAX-11/780 fu' la Carniege-Mellon University (CMU).

    Digital crea il VT100, un terminale seriale con CRT compatibile con le specifiche ANSI che diverra' lo standard de-facto.

  • 1980

    VAX-11/750 (Comet). Utilizza chip LSI, leggermente meno performante dell'11/780 ma pienamente compatibile a livello hardware. La console era implementata con un i8085 ed un nastro TU58.

    VAX/VMS 2.0. Supportava il VAX-11/750 e forniva ampia gamma di compilatori come FORTRAN, Basic, Pascal, Cobol, PL/I, DSM, Coral66.

    Il sistema di interconnessione di rete Ethernet viene definito al PARC di Xerox. Digital introduce i suoi dispositivi ethernet.

    DECnet phase III: il protocollo di rete Digital, permette di connettere fino a 200 nodi supportando 7 sistemi operativi diversi.

  • 1982

    VAX-11/730 (Nebula). Destinato a piccole aziende ed uffici, potenza ridotta ad un terzo di quella dell'11/780. Il microcodice della CPU veniva caricato dai due natri TU58 installati nella console.

    ALL-in-1 e' la suite per l'ufficio dotata di capacita' di networking e client di posta, oltre ad un calendario ed un word processor.

    Sull'onda del successo dei PC, Digital propone le sue versioni proprietarie: il Professional 300 (basato su PDP-11), il DECmate II (basato su PDP-8) ed il Rainbow che aveva sia un i8088 che uno Z80. Per quanto interessanti dal punto di vista ingegneristico, non ebbero successo.

  • 1983

    VAX Clustering. Permette di accoppiare processori e periferiche di I/O, rendendo possibile la condivisione di dischi, nastri ed anche processi. La prima implementazione usava una seriale ad alta velocita', Cluster Interconnect (CI). Non solo le CPU ma anche controller dedicati di I/O erano in grado di supportare il clustering.

    VAX-11/725. Un VAX-11/730 reinscatolato, comprendeva un disco di sistema.

    DECnet phase IV: piu' di 1000 nodi possono essere connessi.

  • 1984

    VAX-11/785 (Superstar). La versione ammodernata con tecnologie TTL dell'11/750.

    VAX 8600 (Venus). Una nuova generazione basata su tecnologia Schottky-TTL/ECL 4 vuole piu' veloce dell'11/780.

    MicroVAX I (Seahorse). Il primo di un altro ramo della famiglia: i VAX basati su microprocessore. Ereditava il Qbus dei MicroPDP-11, era il piu' lento ma il piu' piccolo dei VAX. La versione VAXstation I era dotata di sistema grafico a toni di grigio e una versione singolo utente di VMS.

    VAX-11/784 (VAXimus). Versione a 4 CPU dell'11/780, ne furono fatti non piu' di cinque.

    Ultrix-32. Lo Unix della Digital, derivato dal VM/UNIX 4.2 BSD di Berkeley.

  • 1985

    MicroVAX II (Mayflower). Basato su un processore interamente sviluppato in Digital, estremamente piu' efficente del predecessore MicroVAX I. Introduceva un nuovo sistema di interconnessione della memoria non basato esclusivamente sul Qbus. Data la proliferazione di cloni non esattamente autorizzati, quali il MicroSTAR 32 ed il TPA-11/510, Digital fece stampare sul retro dei chip la scritta "VAX - When you care to steal the best". La VAXstation II/GPX (Caylith) forniva una scheda grafica a 4 od 8 bitplane.

    VMS e' arrivato alla versione 4.2.

  • 1986

    VAX 8800 (Nautilus). Introduce il bus VAXBI, pensato per essere multiprocessore. Utilizzava un DEC Professional come console. Disponibile nella versione "ridotta" come VAX 8700. Ulteriormente meno performate in quanto a banda e CPU il VAX 8500 (Flounder). Infine il VAX 8200 ed il VAX 8300 (Scorpio), basati su tecnologia ZMOS anziche' ECLi e con console incorporata.

    LAVC. Local Area Vax Cluster, ovvero il cluster applicato ad ethernet. Viene introdotto il concetto di macchine satellite prive di disco, come fu il VAXmate, basato su i80286.

  • 1987

    MicroVAX/VAXstation 2000 (TeamMate, VAXstar). Basata sul MicroVAX II ma racchiusa in un case estremamente ridotto. Non aveva bus di espansione, ma una porta tape che poi risulto' essere una SCSI. Utilizzava dischi MFM. Aveva di serie una scheda grafica monocromatica, con la possibilita' di aggiornarla a 8 bitplane.

    MicroVAX 3500/3600 (Mayfair). I primi ad utilizzare il chip CVAX, 3 volte piu' veloce del MicroVAX II, e una cache di secondo livello. A seconda delle opzioni con cui venivano forniti e del case in cui erano racchiusi, vennero chiamati anche MicroVAX III e VAXstation 3200.

    VAX 8978/8974. Cluster preconfigurati con processori, memorie di massa e controller HSC. il VAX 8979 comprendeva 8 8810 (4 GB di RAM), diverse unita' di massa e unita' nastri ed un MicroVAX II come console. il VAX 8874 aveva solo 4 processori 8810 e un numero ridotto di periferiche.

  • 1988

    VAX 6200 (Calypso). Incorporavano la tecnologia CVAX e il bus VAXBI, introducendo il bus XMI che verra' utilizzato fino ai sistemi Alpha. Nati per essere SMP, furono un successo commerciale.

    VAX/VMS 5.0. Introdusse il SMP eliminando l'AMP. Numerose novita' e cambiamenti, tra cui il sistema di gestione delle licenze.

    DSSI. Molto simile allo SCSI-II, ma con comandi diversi e quindi non compatibile. Utilizzato per connettere periferiche e processori.

  • 1989

    MicroVAX 3100 (Teammate II). Una delle ultime serie di VAX, basati su microprocessore e con periferiche SCSI. Un MicroVAX 3100 e' una macchina multi-utente, una VAXstation e' una workstation grafica, un VAXserver ha una licenza per un solo utente interattivo. Gli Infoserver erano MicroVAX 3100 progettati per la condivisione di dischi, nastri e CD-ROM per stazioni diskless.

    MicroVAX 3800/3900 (Mayfair III). Basato sul chip CVAX+, una versione migliorata del CVAX.

    VAX 6000-300. CVAX+ e bus XMI, pensata per applicazioni di data wharehouse.

    VAX 6000-400. Utilizza il chip Rigel e implementa le modifiche necessarie per il calcolo vettoriale.

    VAX 9000 (Aridus, Aquarius). L'ammiraglia Digital dell'epoca, purtroppo un flop commerciale. Un vero e proprio mainframe, in tecnologia ECL, richiedeva 20kW per funzionare. Avrebbe dovuto avere un raffreddamento ad acqua, poi convertito in raffreddamento ad aria; il nome in codice rimase "Acquarius". Ve ne erano diversi modelli, fino a 125 MFLOPS. Ne furono costruiti non piu' di una dozzina.

    DECwindows. L'interfaccia X standard di Digital, su VMS ed Ultrix.

  • 1990

    MicroVAX 3300/3400 (Mayfair II). Basati su CVAX+, progettati per piccoli uffici. Ne esistono versioni progettate per lavori in tempo reale, chiamati rtVAX ed usanti il sistema operativo VAXELN.

    VAX 4000 (Omega, Cheetah-Q, Legacy, Cougar). Evoluzione della linea Qbus dei MicroVAX, molto veloci. Le VAXstation 4000 si rifanno invece alla linea 3100, diventanto i VAX da tavolo piu' potenti.

    VAX 6000-500. Basato sul chip Mariah, raddoppia le performance della serie 6000.

    VAXft (Cirrus, Jetstream, Cirrus II). Serie di VAX fault tolerant. Processori multipli ridondati, memoria di sistema e dischi mirrorati, connessioni cluster e di rete multiple, tutto implementato in hardware: il sistema operativo e' un normale VMS.

  • 1991

    VAX 6000-600 (Neptune). Basato su chip NVAX, in tecnologia CMOS. Il piu' potente CISC dell'epoca. Lo stesso chip e' utilizzato in alcuni VAX 4000 e MicroVAX 3100.

    OpenVMS. Per mostrare la buona volonta nell'aderire alle direttive POSIX per sistemi aperti, VMS viene rinominato in OpenVMS. Ma e' solo una questione di etichetta.

    DECnet phase V. Pensata sullo stack ISO/OSI e compatibile con TCP/IP.

  • 1992

    VAX 7000 (Laser/Neon, Laser/Krypton). L'ultimo dei grandi VAX, aggiornabile ad Alpha con il semplice scambio della CPU.

    VAX 1000 (Blazer). Configurazione per grandi datacenter del VAX 7000, alimentatori ridondati e gran quantita' di opzioni di I/O.

    OpenVMS AXP. La versione per piattaforme Alpha di OpenVMS.

  • 1999

    Compaq, che nel frattempo ha acquistato il marchio Digital, annuncia la fine della produzione dei sistemi VAX. A quella data sono ancora in produzione MicroVAX 3100 e VAX 4000.

Informazioni piu' dettagliate le potete trovare ad
telnet.hu.

Di particolare interesse domestico risultano le VAXstation 2000, piccole scatolette piuttosto lente ma dalla personalita' tipica di un VAX. Dotate di dischi MFM e di una quasi-SCSI per il tape (particolari versioni dei TK50 muniti di interfaccia SCSI), sono considerate i VAX portabili. Piu' utilizzabili invece le serie 3100 e 4000, le dimensioni desktop li rendono facilmente accumulabili e l'utilizzo di periferiche SCSI semplifica il processo di espansione (che, a seconda dei modelli, puo' risultare piu' complesso per quanto riguarda la RAM). Denominata "pizza box", la VAXstation 4000 VLC e' la piu' piccola della famiglia, con una potenza sufficente a renderla piu' che utilizzabile anche come piccolo server. La disponibilita' di interfacce SCSI non inganni, alcune accoppiate di VAX e versioni di VMS non gradiscono particolarmente periferiche non rimarchiate Digital. Tuttavia ogni modello di queste categorie incorpora un interfaccia Ethernet.

Una piccola nota meritano i TK50 ed i loro fratelli maggiori TK70, i tape da cui derivano i moderni DLT. Scatolette a pianta quadrata denominate CompacTape, le cartucce contengono una sola bobina: l'altra e' nel tape. Piuttosto sensibili alla polvere e' facile trovarsi con un nastro completamente srotolato in presenza di un lettore difettoso. Solitamente associati ad un proprio controller Q-Bus, esistono anche con interfaccia SCSI (fa parte della famiglia il TZ30) o con altri tipi di interfacce poco note (installate su alcune versioni delle VAXstation 2000). Non sono ovviamente l'unico supporto a nastro utilizzato dai VAX nella loro lunga storia, se pero' esiste un elemento folcloristico ad essi associabile, e' questo senza dubbio.

14.1.2. Software

Il sistema operativo nativo dei VAX, l'OpenVMS, e' tuttora sviluppato e venduto, sia per VAX che per Alpha. Costa caro, oltre ad avere un sistema di licenze piuttosto intricato. Tuttavia, per uso hobbyistico e' stata rilasciata una licenza gratutita, insieme ad una distribuzione comprensiva di VMS, stack TCP/IP, DEC C, e altro. In piu' svariato freeware e' disponibile per OpenVMS, che comunque nelle sue ultime reincarnazioni e' molto *nix-friendly, dal punto di vista del porting del software.

Per ottenere una licenza di tipo hobbyistico, bastano questi semplici passi:

  • registratevi presso Encompass, l'evoluzione di quello che un tempo era il DECUS;

  • richiedete presso il sito di Montagar la licenza base e le licenze per i pacchetti aggiuntivi;

  • ordinate il CD con OVMS, eventualmente la raccolta di freeware. Consigliata carta di credito, ma sono solo 37$.

Le licenze hanno durata un anno, sono rinnovabili gratuitamente. E, ovviamente, sono valide solo per uso non commerciale del sistema.

Al progetto Hobbyist prendono parte, oltre a COMPAQ, altri produttori di software, per cui e' possibile provare altri stack TCP/IP, o programmi di deframmentazione.

Un ottimo WEB server, l'OSU HTTPD, e' disponibile free. WEBALIZER e ANALOG girano anche su VMS. Tra gli altri, mi vengono in mente PERL, VI, GCC, SAMBA, WGET, CDRECORD.

Se poi VMS proprio non vi piace, o la macchina che avete recuperato non e' in grado di usarlo (se facevano parte di un cluster, potevano contare su risorse condivise che ora non hanno in quantita' adeguata - vedi HDD!), NetBSD e' in grado di funzionare su alcuni modelli.

Ah, un ultima cosa! E' probabile che non sappiate quale sia la password dell'utente SYSTEM (che, per far un analogia, di solito e' cone dire 'root' su uno unix)... beh, dato che avete accesso alla console, c'e' un modo per ovviare a questo. Consultate le FAQ disponibili a partire dal sito ufficiale di OpenVMS, e scoprirete come aggiare questo che, dopo tutto, e' solo un piccolo ostacolo.